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(2015 AHA): negli adulti vittime di arresto cardiaco, è ragionevole che i soccorritori eseguano le compressioni toraciche con una frequenza da 100 a 120/min.
(2010 AHA): è ragionevole che i soccorritori non professionisti e gli operatori sanitari eseguano le compressioni toraciche con una frequenza di almeno 100 compressioni al minuto.
(MOTIVAZIONE): il numero di compressioni toraciche al minuto durante la RCP è un fattore determinante per il ripristino della circolazione spontanea (ROSC) e la sopravvivenza con buone funzioni neurologiche. Il numero effettivo di compressioni toraciche al minuto viene determinato dalla frequenza delle compressioni toraciche e dal numero e dalla durata delle interruzioni nella compressione (ad es.per prire le vie aeree, per la respirazione di soccorso o per l'analisi del DAE/AED). Nella maggior parte degli studi, un numero superiore di compressioni è associato a un maggiore tasso di sopravvivenza. Se il numero di compressioni si riduce, diminuisce il tasso di sopravvivenza. Per una corretta esecuzione delle compressioni toraciche è necessario prestare attenzione non solo ad una adeguata frequenza, ma anche a ridurre al minimo le interruzioni in questo elemento critico della RCP. Una frequenza inadeguata delle compressioni o interruzioni frequenti (o entrambe) riducono il numero totale di compressioni al minuto. L'aggiornamento delle linee guida 2015 contiene limiti superiori per la frequenza di compressione raccomandata e la profondità di compressione in base ai dati preliminari che suggeriscono che la frequenza eccessiva delle compressioni e la profondità influiscono in modo negativo sugli esiti. L'aggiunta di un limite superiore per la frequenza delle compressioni si basa sul'analisi di un ampio studio di registro che associa frequenze di compressione estremamente rapide (superiori a 140/min9 a una profondità di compressione inadeguata.
IL NUMERO DI COMPRESSIONI ESEGUITE E' INFLUENZATO DALLA FREQUENZA DELLE COMPRESSIONI E DALLE INTERRUZIONI.
il numero totale di compressioni eseguite durante le rianimazione è un fattore determinante per la sopravvivenza dopo un arresto cardiaco.