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Sono stati medical drama come E.R. prima e Grey’s Anathomy poi, insieme a tanti altri, i primi a farci vedere cosa fosse un defibrillatore.
Ed è per questo che nell’immaginario collettivo, per molto tempo, abbiamo associato il termine defibrillatore ad una strumentazione medica imponente, di difficile utilizzo, magari anche pericolosa.
Oggi però il defibrillatore semiautomatico esterno, ben diverso da quello visto in Tv, sta avendo la sua rivincita, facendosi conoscere e riconoscere da un numero sempre maggiore di persone.
Un articolo del 2017 del Corriere della Sera stimava che fossero stati venduti in Italia tra gli 80.000 e i 100.000 defibrillatori, numero sicuramente in continua crescita, grazie soprattutto all’effetto del Decreto Balduzzi, che obbliga a dotarsene ogni società sportiva.
La diffusione diventa quindi ogni giorno più capillare e non di rado capita di avvistarne nei centri abitati oppure nelle scuole o nelle aziende, non solo dunque dove vige l’obbligo.
Di fatto il tanto contestato Decreto Balduzzi, che introduceva appunto l’obbligo per alcuni di formarsi ed acquistare il defibrillatore, ha avuto senza ombra di dubbio il merito di sensibilizzare una larga fetta della popolazione ad un tema tanto drammatico quanto importante: la necessità di saper affrontare l’evento dell’arresto cardiaco ed intervenire tempestivamente, anche con l’utilizzo di un dispositivo medico come il defibrillatore.
Quel che ancora manca, purtroppo, è un sistema rapido, accessibile ed intuitivo per conoscere velocemente, in caso di necessità, la posizione del defibrillatore più vicino.
Quando viene installato un defibrillatore in sede extra-ospedaliera, la normativa impone di fare una comunicazione al servizio di emergenza territoriale, ma questo non è sufficiente a rendere l’informazione disponibile a tutti. È pur vero che installare un defibrillatore non comporta l’obbligo formale di metterlo a disposizione di chiunque, cosa che implicherebbe anche una collocazione adeguata, pertanto anche quest’obbligo di comunicazione non permette di creare un elenco dei dispositivi disponibili in caso di emergenza ma solo degli elenchi dei dispositivi esistente, oltretutto frammentati tra i vari servizi di emergenza.
Esistono alcuni progetti sperimentali, in particolare sono state sviluppate delle APP per smartphone in grado di localizzare la persona che necessita dell’informazione e comunicare la localizzazione del defibrillatore più vicino talvolta indicando anche il percorso per raggiungerlo, ma hanno appunto dei limiti.
Per il momento dunque non resta che aguzzare la vista e saper riconoscere, anche da lontano, la segnaletica che avvisa della presenza di un defibrillatore:
Sarebbe buona norma, soprattutto per gli operatori BLSD, informarsi sull’eventuale presenza del dispositivo salvavita in prossimità del proprio luogo di lavoro, dell’abitazione o comunque dei posti frequentati più spesso, in modo da non trovarsi del tutto impreparati al bisogno.
Insomma, esistono e sono fra noi, basta saperli riconoscere e… trovare!