“Indagine Nazionale 2016 sulla Violenza verso gli infermieri di Pronto Soccorso”. Report di ricerca.

Gli atti di violenza e le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari sono un fenomeno particolarmente rilevante e sempre più diffuso in tutto il mondo (Krug, 2002). Secondo l’International Council of Nurses (ICN) gli operatori sanitari sono più esposti agli atti di violenza rispetto guardie penitenziarie e agenti di polizia (ICN, International Council of Nurses, 2010). Tant’è che, per affrontare il problema della violenza sul posto di lavoro nel settore sanitario, importanti organismi internazionali hanno fornito, da tempo, specifiche indicazioni (ILO/ICN/WHO/PSI, 2002). I più vulnerabili, tra tutti i “lavoratori della salute”, sono gli infermieri, particolarmente quelli di Pronto Soccorso, soprattutto se impegnati nell’attività di triage (Pitch, et al., 2011), come ben evidenziato dagli studi condotti dall’Institute for Emergency Nursing Research (ENA, s.d.), ente di ricerca dell’associazione statunitense degli infermieri di emergenza (Emergency Nurses Association), che tra l’altro ha da tempo ha assunto una propria posizione sulla violenza nei setting di Pronto soccorso (ENA, 2011).

Anche in Italia il Ministero della Salute è intervenuto sul problema emanando nel 2007 una specifica raccomandazione (Ministero della Salute, 2007) inserendo, a partire dal 2006, gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari tra gli eventi sentinella monitorati dal SIMES ossia il Sistema Nazionale di Monitoraggio degli Errori in Sanità (Ministero della Salute, 2006). Il recente insediamento presso il Ministero della Salute dell'Osservatorio Permanente per la garanzia della sicurezza e per laprevenzione degli episodi di violenza ai danni di tutti gli operatori sanitari (Ministero della Salute, 2018), sottolinea se ce ne fosse ancora bisogno, quanto questo problema sia estremamente grave ed esteso (Ramacciati & Rasero, 2018). Da quando nel 2006 gli “atti di violenza a danno degli operatori sanitari” sono stati considerati dal nostro Ministero della Salute un Evento Sentinella, il Sistema Nazionale di Monitoraggio degli Errori in Sanità ha ricevuto 165 segnalazioni (pari all’8,6% del totale degli eventi sentinella) di cui 4 decessi dell’operatore (Ministero della Salute, 2015). La lettura progressiva dei Report fino ad oggi pubblicati dal Ministero della Salute (2007, 2009, 2011, 2013, 2015) rivela che le segnalazioni per gli Atti di Violenza verso gli operatori sanitari giunte all’Osservatorio a partire dal 2006 fino all’ultimo report disponibile (il numero 5 pubblicato nel 2015) sono state rispettivamente pari al 2,9%, 5,5%, 9,02% e 8,6% del totale degli eventi sentinella segnalati al SIMES (vedi il trend grafico di Figura 1). Di queste, da contatti personali informali intercorsi con i ricercatori dell’Osservatorio, una quota rilevante riguarda proprio gli infermieri di Pronto Soccorso. Tuttavia, come espressamente ribadito e richiamato anche nei Report: “le informazioni raccolte non hanno significato epidemiologico e non rappresentano dati di incidenza degli eventi sentinella” (Ministero della Salute, 2015, p.12).

Questo porta ad affermare che, purtroppo, ad oggi in Italia non sono disponibili fonti statistiche in grado di delineare un quadro dettagliato del fenomeno nel contesto specifico del Pronto Soccorso, se non lo studio di Becattini et al del 2007. L’indagine di Becattini e colleghi, condotta in 14 regioni italiane rappresentative dell’intero territorio nazionale, aveva visto coinvolte 15 strutture di PS in cui si evidenziava come quasi tutti gli infermieri intervistati avevano riferito di essere stati aggrediti verbalmente (90% del totale) o di aver assistito ad aggressioni nei confronti di colleghi (95% degli intervistati). Una quota ragguardevole del campione aveva dichiarato di aver subito atti di violenza fisica (35%) e più della metà di esserne stato testimone (52%); poco meno di un terzo degli infermieri aveva avuto bisogno di cure mediche a causa di un’aggressione (31%), con prognosi fino a 5 giorni (13%), da 5 a 15 giorni (11%), o superiore a 15 giorni (6%) (Beccatini, et al., 2007). È, quindi, chiaro che non si può prescindere dell’indagine epidemiologica riguardo questo problema, pur nella consapevolezza che la rappresentazione puntuale dell’incidenza degli episodi di violenza verso gli infermieri di PS nel contesto lavorativo è ancora notevolmente sottostimata per il noto fenomeno della sotto-segnalazione delle aggressioni (under-reporting), ben descritto in letteratura (Kennedy, 2005; Hogarth, et al., 2016). Ecco, quindi, che indagini e studi osservazionali basati su survey rappresentano ancora oggi un campo di ricerca fecondo e fondamentale. Proprio partendo da un’attenta revisione della letteratura, e quindi da alcune selezionate survey è stato sviluppato lo strumento di ricerca (questionario QuIN16VIPs) per l’Indagine Nazionale 2016 sulla Violenza verso gli Infermieri di Pronto Soccorso promossa dall’Università degli Studi di Firenze all’interno del Dottorato di Ricerca in Scienza Cliniche in partnership con l’Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica – Aniarti (In figura 1 il logo ufficiale). Questo studio è stato pubblicato nel numero 3/2016 dell’Organo ufficiale dell’associazione scientifica Aniarti Scenario (Ramacciati, et al., 2016d).

Stefano Bellemo

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